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Oliveto a Bonefro

Foto di Nicola Picchione


 

 

      NOTA AI RACCONTI

 

            Avevo inviato a Nicola Lalli che dirige e governa questo bel sito su Bonefro qualche mio racconto col solo scopo di farglielo leggere. Sostenevo che quando si scrive di fantasia non solo ci si ispira a volte a fatti realmente accaduti adattandoli poi alle proprie finalità ma si finisce col descrivere ambienti rimasti nella memoria e talvolta a persone conosciute.
            Per sostenere questa mia tesi, gli avevo inviato il racconto La sbarra nel quale certe atmosfere erano ispirate a quelle lontane di Bonefro ( ovviamente senza alcun riferimento a persone reali e con fatti nati solo dalla mia fantasia) o l’ altro La coda nel quale non solo il titolo si rifà ad un detto bonefrano ( a cod’ è a cchiù diff- c-l’ de  scurcià ) ma vi facevo comparire antiche parole bonefrane; in Maria della neve mi sono ispirato a un fatto realmente accaduto nel dopoguerra ma senza riferirmi a particolari reali; così nel racconto Il tumore mi sono ispirato al più famoso medico molisano: Cardarelli che insegnò all’ Università di Napoli. E’ stato uno dei grandi maestri ma portava con sé l’ umiltà di origine e non si stancava di ricordare ai suoi studenti di Medicina  che tutti possono sbagliare: riferiva di un suo paesano al quale aveva diagnosticato un tumore intestinale, sbagliando; dopo alcuni giorni il suo paesano rifece il viaggio per consegnargli avvolto nella carta di giornale il suo tumore che invece era solo un fecaloma. Gli disse: Professore, ecco il tuo tumore.
            Quando scrivo un racconto, mi interessano poco i fatti e più atmosfere, riflessioni, carattere dei personaggi.
            Insomma, avevo inviato a Nicola qualche racconto solo per una lettura personale. Era lontana da me l’idea che dovessero comparire nel sito. Egli ha voluto inserirli. L’ ho pregato, però, di riserbare la rubrica “Come eravamo” solo alle note che si rifanno con esattezza a Bonefro, senza invenzioni : in quella rubrica – ovviamente aperta a tutti- dovrebbero essere ospitati solo fatti reali, descrizioni e note come testimonianza del mondo nel quale noi siamo cresciuti e i nostri figli continuano – magari inconsapevolmente – a portarsi dentro le radici, bene o male.
Non so se invierò a Nicola altri racconti (in buona parte giacciono sul computer incompiuti); so che proverò, invece, ad inviare altre di quelle che chiamo semplicemente note, non essendo né racconti né saggi ma semplici ricordi (parziali e criticabili ma veritieri) della mia infanzia. 

Nicola Picchione